C’è un modo antico e insieme sorprendentemente attuale di scoprire un territorio: farlo a cavallo. Non è solo turismo, non è solo sport. È ascolto, silenzio, relazione. È lasciarsi condurre lungo sentieri che respirano storia, tra i borghi medievali – come Castell’Arquato e Vigoleno – e i boschi dell’Appennino piacentino, e riscoprire, passo dopo passo, un ritmo che avevamo dimenticato. In questa intervista Giulia Ferrari – fondatrice di Cergallina Horses – ci accompagna tra le pieghe del paesaggio e dell’anima, raccontandoci la sua visione dell’ippoturismo: rispettoso, coinvolgente, profondamente umano.
Esplorare l’Alta Val d’Arda a cavallo significa entrare in sintonia con la natura, seguire il ritmo lento degli zoccoli e lasciarsi guidare lungo sentieri che raccontano storie antiche. I percorsi che attraversiamo fanno parte dell’Ippovia dell’Appennino, un progetto nato alla fine degli anni ’90 grazie alla Comunità Montana.
Si snodano in provincia di Piacenza lungo il tracciato della Via Francigena, tra boschi, crinali e borghi silenziosi.
“I percorsi di questa zona (Vigoleno, Vernasca, ndr) sono “a margherita”, itinerari circolari che riportano sempre al punto di partenza, perfetti per chi cerca un’esperienza intensa ma accessibile. Ovviamente non sono gli unici nel territorio dell’Alta Val d’Arda: l’Ippovia si ramifica verso Morfasso, Diolo, il Parco Provinciale, e si arricchisce di tappe, attività e storie. Ogni escursione è un invito a rallentare, respirare e guardare con occhi nuovi questo angolo prezioso di Appennino” dice Giulia.
L’Ippovia non è solo natura: i suoi percorsi intrecciano paesaggi meravigliosi a sapori e storie. Si può scegliere una via panoramica tra il castello di Vigoleno e la Rocca di Castell’Arquato, galoppando tra vigneti e dolci colline. Lungo la via, ci si può fermare per degustare i vini locali in cantina o assaggiare i prodotti tipici. Più si sale, più i sentieri si fanno selvaggi: verso il Monte di Vitalta, Vezzolacca, Castelletto, o ancora la diga di Mignano, i percorsi sono più impegnativi ma la bellezza ripaga ogni sforzo.
“L’Ippovia è parte della mia storia: l’abbiamo tracciata nel 2000 con la Comunità Montana, ma per me è qualcosa che viene da più lontano. Il cavallo è una passione che coltivo da quando ero bambina. Nel 2022 mi sono trasferita alla Cergallina e qui ho dato vita a Cergallina Horses: un’attività giovane, in crescita, che mette al centro il legame autentico con gli animali, la natura e il territorio” precisa Giulia.
“A differenza dei classici maneggi, a Cergallina Horses non ci interessa solo insegnare a montare” prosegue. “Ci interessa coltivare un legame. Qui il cavallo non è un mezzo, ma un compagno: ci si prende il tempo per conoscersi, per instaurare un rapporto fatto di fiducia e rispetto reciproco.
Le nostre attività si rivolgono sia a chi è alle prime armi, curioso di avvicinarsi al mondo equestre, sia a chi ha già esperienza e cerca percorsi tecnici di alto livello. Oltre alle lezioni di equitazione, organizziamo escursioni e passeggiate a cavallo nella natura, anche di un’intera giornata, pensate su misura in base ai desideri di chi ci visita: c’è chi vuole esplorare un castello, chi preferisce perdersi nei silenzi dei boschi.
Proponiamo stage e clinic tematici per cavalieri esperti – che spesso arrivano con il proprio cavallo e usano la nostra struttura come base – ma anche esperienze immersive più lente e contemplative, come la meditazione con i cavalli in mezzo al verde. Quando il cavallo diventa un ponte tra noi e la natura, attraiamo persone di ogni età e con ogni livello di esperienza.
Sosteniamo inoltre la valorizzazione del cavallo bardigiano, razza equina locale che ben si adatta ai percorsi di montagna grazie al passo sicuro e al temperamento docile. È un cavallo rustico, equilibrato, adatto anche ai bambini e a chi non ha mai messo piede in una stalla. Nei weekend organizziamo giornate speciali che uniscono gioco, avventura ed equitazione, pensate per grandi e piccini.”
Per chi desidera vivere la bellezza dei nostri paesaggi in sella, ci sono due itinerari panoramici che partono proprio dalla Cergallina e regalano scorci indimenticabili sull’Alta Val d’Arda.
Il primo percorso si snoda dal Monte Cergallina verso la località Dignini, per poi salire all’oratorio di Santa Franca, un luogo suggestivo sospeso tra storia e spiritualità. Da lì si raggiunge Castelletto, minuscolo borgo di montagna, dove si può scegliere tra due varianti: la prima prosegue verso Pione, poi scende lungo la Val Borla passando da Ponte Lanzone, attraversa i Melesi del Bosco e ritorna infine alla Cergallina. Questo giro, perfetto per chi vuole un’esperienza intensa ma non troppo impegnativa, dura circa 3 o 4 ore e prevede una sosta con pranzo al sacco in mezzo alla natura.
La seconda opzione, invece, è più lunga e adatta a chi vuole mettersi alla prova: da Castelletto si raggiungono Case Guselli, costeggiando la diga di Mignano in un tratto panoramico davvero spettacolare. Da lì si scende verso Mignano, si prosegue fino a Lugagnano e poi si risale verso Vernasca, chiudendo l’anello di nuovo alla Cergallina. In questo caso la durata si aggira intorno alle 5 o 6 ore, a seconda del passo del gruppo e delle soste lungo il tragitto.
Entrambi i percorsi raccontano il territorio con voce viva: boschi, crinali, piccoli borghi, profumi e silenzi che si imprimono nella memoria.
“Qualunque attività con il cavallo, anche la più semplice, è un incontro potente” dice Giulia. “Ti mette in gioco, ti costringe ad ascoltare, a confrontarti con le tue paure e a scoprire che puoi gestirle. Ti insegna il rispetto, la calma, l’autenticità. È un viaggio interiore che lavora sull’autostima e sulla sicurezza personale, regalando una profonda sensazione di benessere.
Il cavallo è un animale imponente, sì, ma di una sensibilità straordinaria. Ed è proprio questo contrasto – tra la sua forza e la sua delicatezza – a lasciare un’impronta forte su chi lo incontra. Le persone spesso arrivano qui aspettandosi una bella passeggiata nella natura, e certo quella la trovano, ma spesso scoprono molto di più. Scoprono sé stesse.”
Giulia accompagna ognuno nel suo percorso, con attenzione e cura. Bambini, adulti, principianti: tutti escono arricchiti da un’esperienza che va oltre l’equitazione. Si rallenta, ci si riconnette alla natura e si impara a comunicare con un essere vivente molto diverso da noi.
“Perché il cavallo è una preda, a differenza degli essere umani. È un erbivoro che per istinto si protegge, si allontana, osserva. Il suo linguaggio è fatto di gesti, silenzi, sfumature. Capirlo non è immediato: serve tempo, empatia, ascolto. Ma una volta che riesci a entrare nella sua ottica, ti si aprono nuove prospettive, e non riguardano solo gli animali, ma anche il modo di comunicare con le altre persone.
Proprio per questo, mi piacerebbe avviare in futuro attività di team building legate al cavallo: esperienze che uniscano relazione, natura e crescita personale. In alcune zone, come il milanese, già esistono realtà simili… e chissà, magari anche qui presto potremo proporre qualcosa di unico.”
“Siamo aperti tutto l’anno, ma l’attività in sella si concentra da marzo a ottobre, quando i sentieri si fanno più sicuri e la natura regala il meglio di sé. In inverno, infatti, il terreno argilloso diventa un fango scivoloso e pericoloso: si rischiano incidenti, si rovinano le strade, e non è raro far arrabbiare i contadini che con quel territorio ci lavorano ogni giorno!
Con l’arrivo della primavera, invece, tutto riprende vita. In marzo organizziamo un open day con attività dedicate in particolare ai bambini, per farli avvicinare al mondo del cavallo in modo giocoso e sicuro.”
Fare questi percorsi a cavallo, tra le colline, i castelli, le vigne e i boschi dell’Alta Val d’Arda, è qualcosa che va oltre il semplice turismo lento, è un’immersione profonda nella natura ma anche, come abbiamo visto, in una dimensione più profonda e personale. Si arriva per fare una passeggiata, si riparte con qualcosa in più: un respiro più lento, uno sguardo più aperto, un ricordo che profuma di bosco e libertà.
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