Il Parco Regionale Stirone e Piacenziano è noto soprattutto per lo straordinario patrimonio geologico. Stratificazioni antichissime rivelano preziosi fossili e raccontano una storia altrimenti sconosciuta: quella di un mare che occupava l’intero bacino padano e dei cambiamenti che hanno portato quel mare a ritirarsi e a formare il territorio che oggi abitiamo.
A proposito di abitanti, spesso tendiamo a dimenticare che non siamo gli unici, anzi. Conosciamo meglio i nostri coinquilini.
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Il Parco è un ambiente naturale unico, che ospita oggi una fauna e una flora di grande interesse. Il cuore dell’area protetta è rappresentato dai corsi d’acqua Stirone e Arda, le cui zone umide favoriscono lo sviluppo di numerose specie animali.
Nel Parco sono presenti diverse specie di ciprinidi, tra cui il cavedano, la lasca e il barbo comune. Purtroppo la fauna ittica è oggi in difficoltà a causa dell’introduzione, volontaria o accidentale, di specie esotiche che hanno alterato gli equilibri naturali. Il barbo e la lasca, per esempio, sono in forte diminuzione, minacciati da eccessivi prelievi nei corsi d’acqua, inquinamento e predatori invasivi come il siluro, che si nutrono di pesci adulti, giovani e persino delle loro uova.
Il gambero di fiume
Uno degli abitanti più importanti e fragili di questo ecosistema è il gambero di fiume europeo, prezioso indicatore della qualità ambientale. Questo crostaceo sopravvive in poche popolazioni sparse lungo lo Stirone e l’Arda, ma è seriamente minacciato da sbalzi idrici, siccità estive, inquinamento e soprattutto dalla presenza del gambero della Louisiana, una specie invasiva introdotta in Italia a scopi alimentari. Conosciuto anche come “gambero killer”, oltre a competere per le risorse, è portatore sano di una micosi che indebolisce il carapace del gambero autoctono, rendendolo ancora più vulnerabile.
Per proteggere questa specie, l’ente Parchi del Ducato ha aderito al progetto europeo Life Claw, volto a migliorare le condizioni delle popolazioni di gambero di fiume attraverso interventi mirati, di cui il Parco Regionale Stirone e Piacenziano è protagonista.
Le sponde dei corsi d’acqua del Parco sono ambienti difficili per l’insediamento umano: soggette a erosione e periodicamente allagate, hanno mantenuto nel tempo una vegetazione spontanea molto variegata. Qui si distinguono due tipi di bosco: il bosco ripariale, caratterizzato da pioppi, salici e ontani, e i boschi più interni, ricchi di querce e carpini.
È qui, tra i sentieri ombrosi e la vegetazione del bosco, che trovano il loro habitat i mammiferi di grandi dimensioni. I caprioli si muovono con agilità tra gli alberi, mentre i cinghiali, con la loro corporatura robusta, scavano nel terreno in cerca di cibo. Il lupo, svolge la sua funzione di predatore utilizzando il bosco come protezione e rifugio.
Accanto a loro vivono altri mammiferi più piccoli: gli istrici, riconoscibili per i loro lunghi aculei, i tassi, esperti scavatori di tane, e le volpi, rapide e adattabili. Non mancano i ricci, che si muovono tra il fogliame alla ricerca di insetti, e le faine, abili cacciatrici dal comportamento discreto.
Il bosco offre riparo, cibo e luoghi sicuri per la riproduzione: è essenziale per la loro sopravvivenza,
Lungo il torrente trovano rifugio numerosi uccelli acquatici, come il germano reale, l’alzavola e diversi aironi – tra cui la garzetta e l’airone cenerino – oltre al vivace martin pescatore, riconoscibile per la sua abilità nel tuffarsi in cerca di pesci e insetti.
Sulle sponde, nel terreno argilloso, nidificano specie fossorie che scavano piccoli tunnel per deporre le uova. Tra queste, spiccano il gruccione, un insettivoro dal piumaggio vivace originario dell’Africa, e il topino, una piccola rondine, purtroppo sempre più rara. Entrambi sono uccelli gregari, che formano colonie facilmente riconoscibili grazie ai numerosi fori che punteggiano le pareti.
Nel bosco trovano rifugio molti passeriformi come la capinera, il pettirosso, il merlo, la cinciallegra e la cinciarella, oltre a rapaci notturni come l’assiolo (detto chiù in dialetto, per il suo caratteristico verso) e l’allocco, che nidifica nei tronchi cavi di grandi e vecchi alberi. Tra i rapaci diurni si nota lo sparviere, che caccia velocissimo tra gli alberi facendo brusche deviazioni per ghermire uccelli e piccoli roditori, il falco pecchiaiolo che si nutre di favi d’api e il biancone, noto anche come “l’aquila dei serpenti” perché si ciba quasi esclusivamente di rettili.
Una particolarità della zona del Monte Giogo è la presenza, seppur limitata, del rondone maggiore, una specie rara che ha trovato in queste falesie un ambiente adatto alla nidificazione.
Nei boschi più maturi vivono insetti xilofagi di grande importanza ecologica, come lo scarabeo eremita odoroso, il cervo volante e vari cerambicidi, tutti indicatori della qualità degli ambienti forestali.
Tra i rettili, si possono incontrare biacchi, natrici dal collare e saettoni, oltre a una piccola popolazione di testuggine palustre europea, specie rara e minacciata dalla competizione con le testuggini esotiche introdotte dall’America.
I pipistrelli sono una componente importante dell’ecosistema del Parco Regionale Stirone e Piacenziano, anche se spesso la loro presenza è sottovalutata o fraintesa a causa di credenze popolari e pregiudizi. In realtà, questi animali rivestono un ruolo ecologico insostituibile: essendo insettivori puri, si nutrono di zanzare, mosche, falene e altri piccoli insetti, contribuendo a mantenere l’equilibrio dell’ambiente e migliorando anche la qualità della vita umana.
Nel Parco sono presenti diverse specie di chirotteri, distribuite in vari habitat. Alcuni trovano rifugio nelle grotte delle zone di Vigoleno, ambienti riparati che offrono condizioni ideali, altre abitano gli ambienti forestali del Parco, rifugiandosi nelle cavità degli alberi, nel legno marcescente o sotto le cortecce che si stanno staccando. Alcuni si sono adattati anche agli ambienti più antropizzati, trovando riparo nei sottotetti, nelle fessure delle rocce o nelle costruzioni rurali.
In Italia si contano oltre 30 specie di pipistrelli, molte delle quali sono presenti anche nel Parco Regionale Stirone e Piacenziano. Tuttavia, non tutte si adattano a vivere vicino alle attività umane: alcune necessitano di ambienti indisturbati per vivere e riprodursi. Per garantirne la sopravvivenza, è fondamentale preservare i loro habitat naturali. Conservare boschi maturi, cavità naturali e grotte, così come evitare l’uso indiscriminato di pesticidi che riducono la disponibilità di insetti, è un atto di responsabilità nei confronti dell’ambiente e della fauna che lo popola, e in ultima analisi di noi stessi.
Ringraziamo di cuore Renato Carini, Mauro Allegri, Fiorella Zoli e l’Ente Parchi del Ducato per le informazioni, le immagini e la disponibilità.
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