Lei, i ragazzi della foto e altri 32 partigiani moriranno per mano dei nazisti poco dopo questo scatto, il 4 dicembre 1944, al Passo dei Guselli.
Entrando, lo sguardo cade sulla gigantografia di Emilio Canzi, comandante unico delle formazioni partigiane piacentine, sulle immagini di Vladimiro Bersani, di Pierino Inzani e di altri partigiani, uomini e donne. Anche la scala per salire al primo piano è punteggiata di fotografie, un corredo iconografico necessario, perché la Resistenza è fatta di storie di persone, e queste persone è importante conoscerle e riconoscerle.
Indice dei contenuti
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati…”
Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955
Questa citazione ricorda ai visitatori che entrano al Museo della Resistenza Piacentina perché la raccolta che rappresenta tutto il territorio provinciale trovi qui, a Sperongia di Morfasso, una sua collocazione naturale.
“È un piccolo museo per quanto riguarda l’esposizione, ma possiede una grande raccolta di contenuti multimediali attraverso i quali conoscere storie, voci, immagini, testimonianze di partigiani e partigiane del piacentino” ci racconta Iara Meloni, storica e collaboratrice del Museo.
Il risultato è un allestimento in buona parte interattivo che sa parlare a tutte le generazioni, in costante evoluzione e arricchimento.
Al piano terra, tra cimeli, documenti e libri consultabili, alcuni pannelli raccontano la storia del CLN, le origini delle prime formazioni partigiane, il ruolo degli stranieri, delle donne e di alcuni preti nella Resistenza.
“Negli ultimi anni come linea di ricerca abbiamo deciso di investire su alcune declinazioni della storia partigiana, una è quella di genere: alla Resistenza delle donne sono dedicati diversi contenuti che fanno emergere il coinvolgimento femminile nel movimento al di là del ruolo di staffetta, e l’impegno nella lotta per la parità anche nel dopoguerra. Per quanto riguarda gli stranieri, parliamo di resistenze transnazionali, non solo di piacentini che hanno combattuto all’estero ma di stranieri che hanno combattuto sul territorio piacentino come Giovanni lo Slavo, a cui è dedicato il primo Sentiero della Libertà.”
Il piano superiore del museo accoglie approfondimenti sui rastrellamenti nazifascisti nel piacentino, la deportazione degli ebrei e gli IMI, gli Internati Militari Italiani nei campi di concentramento. Anche qui troviamo cimeli, insieme a reperti bellici e armi, ma è sicuramente la parte multimediale quella più appassionante.
“Al primo piano un grande tavolo ottagonale presenta diversi supporti multimediali: quello più interessante è un’installazione touch screen che permette di muoversi nello spazio e nel tempo all’interno della provincia di Piacenza per i 20 mesi della Resistenza, dall’8 settembre del ‘43 fino alla Liberazione. È possibile navigare tra quasi 300 eventi attraverso le testimonianze, i documenti, le fotografie e le stampe dell’epoca.”
Un grande schermo a muro permette di visualizzare a scelta altri filmati e interviste a partigiani. Chiediamo a Iara quale sia il contenuto più amato. “Un video in particolare, il filmato che riprende l‘ingresso degli alleati ad Alseno, liberata il 26 aprile 1945: pochi spezzoni, molto rari, la fine della guerra attraverso gli occhi di chi c’era.”
Il museo organizza conferenze, presentazioni di libri, cineforum, attività per ragazzi e bambini, come giochi di ruolo dal vivo con il coinvolgimento di attori che interpretano i personaggi storici. Questa missione divulgativa non è affatto secondaria: la sfida è quella di comunicare a un pubblico sempre più ampio. A tal proposito, sta incontrando un grande interesse l’esperienza dei “Sentieri della Libertà”, percorsi escursionistici ricchi di contenuti storici.
“Il progetto Sentieri della Libertà nasce per cercare di leggere le tracce della storia della Resistenza sul territorio, attraverso lapidi, cippi, sentieri. Non sono pellegrinaggi tra lapidi e luoghi della memoria ma occasioni per lezioni di storia a cielo aperto, che aprono a riflessioni e approfondimenti. Ogni sentiero è dedicato a un tema e dà una specifica chiave di lettura della Resistenza; ad esempio “Il sentiero delle partigiane” che parte e si chiude ad anello a Morfasso, passando per Guselli, Sartori e Rocchetta, ripercorre gli ultimi passi della Tigrona e di altre partigiane.
Ogni anno facciamo un’uscita collettiva su ogni sentiero, tendenzialmente una al mese: le passeggiate sono a numero chiuso, pertanto occorre prenotare.”
Per conoscere il programma delle passeggiate, segui i canali social del museo: clicca qui per trovare tutti i riferimenti.
I sentieri sono raccolti anche nella guida cartacea “Sentieri della Libertà – 14 percorsi escursionistici tra storia e paesaggio” in vendita sullo shop online di Altrimedia. Sono indicati tempo, livello e difficoltà; consigliamo sempre, prima di intraprendere un sentiero, benché segnato, di verificarne le condizioni chiamando l’ufficio turistico IAT di Castell’Arquato.
Per alcuni sentieri sono disponibili anche delle preziose audioguide: clicca qui e segui le istruzioni per scaricarle.
“Negli anni abbiamo portato nelle scuole progetti sempre più ampi: oltre alla visita guidata, proponiamo lezioni in classe con i contenuti multimediali del museo propedeutiche alla visita e alle uscite sul territorio”.
Si tratta di attività didattiche che coinvolgono storia locale, educazione civica, conoscenza del territorio e turismo di prossimità, in una modalità di apprendimento fuori dall’aula attraverso il contatto diretto con le fonti.
Visita, lezione, laboratorio, escursione, le modalità sono molte: se sei insegnante e vuoi concordare la tua uscita, puoi contattare la referente per la didattica del museo Valentina Pareti (valentina.pareti@resistenzapiacenza.it).
Chi arriva dalla pianura supera Lugagnano in direzione Morfasso, costeggiando il Lago di Mignano formato dalla diga: qui durante la Resistenza si fermavano le staffette partigiane per incontrare le prime avanguardie delle bande formatesi sui monti. Proseguendo, la strada attraversa l’Arda e poco dopo incontra il campanile della chiesa di Sperongia: il Museo ha sede nell’edificio proprio accanto alla chiesa.
il Museo della Resistenza Piacentina di Sperongia è visitabile liberamente tutte le domeniche dalle 15 alle 18.30, tranne nei mesi di gennaio e febbraio.
In occasione del 25 aprile il Museo è aperto e animato da visite e iniziative: per conoscere il programma, consulta i canali social del Museo.
È possibile concordare visite per comitive in orari e giorni differenti contattando il museo ai recapiti indicati qui sotto.
Per visite guidate, lezioni multimediali, laboratori, escursioni lungo i Sentieri della Libertà occorre contattare la referente per la didattica del Museo Valentina Pareti scrivendo a valentina.pareti@resistenzapiacenza.it.
Il museo è accessibile per persone con mobilità ridotta attraverso una rampa esterna.
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