Il Palazzo del Podestà è una tappa importante per due motivi, che migliorano di gran lunga l’esperienza di visita al borgo di Castell’Arquato.
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Il Palazzo del Podestà è una tappa importante per due motivi, che migliorano di gran lunga l’esperienza di visita al borgo di Castell’Arquato.
Il primo è che è sede dell’Ufficio del Turismo, dove si possono ricevere molte informazioni utili, mappe, indirizzi, consigli, aggiornamenti in merito agli eventi di tutta la Val d’Arda: una sosta è d’obbligo. L’accesso è dalla Loggia dei Notari, alla sinistra dell’edificio (guardando dalla piazza).
Il secondo è che ospita l’Enoteca comunale, sempre a pian terreno, nel volume più sporgente alla destra del palazzo. In passato per un breve periodo fu carcere, prima che venisse trasferito alla Rocca, e magazzino del sale. Oggi sorseggiare qui un bicchiere di vino sedendo ai tavolini in piazza è un irrinunciabile rito.
Quale vino? Il Monterosso Val d’Arda, innanzitutto. Vino bianco frizzante di produzione locale, fresco e beverino, perfetto per l’aperitivo con coppa salame e pancetta, i salumi DOP. Anche gli altri vini piacentini meritano una degustazione: dal rosso Gutturnio – fermo, frizzante, superiore o riserva – al passito Vin Santo di Vigoleno.
La domanda che molti si fanno arrivando al Palazzo è “Posso entrare a vederlo?” La risposta è “Dipende”. Al primo piano c’è una grande sala, con il soffitto a cassettoni e completamente affrescata, ancora oggi utilizzata per consigli comunali, matrimoni e convegni. Questo e il piano superiore sono anche spazi per mostre ed eventi, e sono aperti al pubblico solo in queste occasioni.
La sua fondazione risale al 1292: l’originale parte duecentesca sta nel corpo centrale, coronato dai bei merli a coda di rondine e dalla torre pentagonale con il grande orologio, e dalla Loggia dei Notari, alla sinistra dell’edificio (guardando dalla Piazza), dove un tempo gli araldi usavano declamare a gran voce le decisioni prese all’interno del Palazzo, anche a favore chi non sapeva leggere. Qui oggi si trova l’ingresso dell’Ufficio Turistico.
Nel ‘400 fu aggiunto l’avancorpo centrale, “bucato” da un grande arco a sesto acuto che apre un passaggio tra la piazza e la via sul retro; sopra, l’affresco dello stemma “Comunitas Castri Arquati” ci geolocalizza perfettamente. Sempre quattrocenteschi sono la scenografica copertura della scala che porta al primo piano e le decorazioni in cotto delle finestre – tutte diverse – e del parapetto. Queste aggiunte ingentiliscono l’edificio, fondendone la funzionalità al desiderio rinascimentale di bellezza e armonia.
L’edificio che vediamo oggi è frutto di un importante restauro della prima metà del ‘900 e di interventi più recenti, non senza qualche polemica. Soprattutto il ripristino dei merli ghibellini, che slanciano notevolmente la struttura, fu criticato, per il timore che questo facesse dubitare dell’autenticità dell’intero edificio; esistono però testimonianze del ‘500 e ‘600 che raffigurano il palazzo effettivamente merlato.
La piazza monumentale di Castell’Arquato colpisce per molti motivi, uno di questi è sicuramente l’accostamento di volumi architettonici diversi e inaspettati. La chiesa mostra il suo retro con l’andamento curvilineo delle absidi; il torrione della Rocca si impone con la potenza di solido geometrico. E poi c’è il Palazzo del Podestà: nei pieni e vuoti delle sue murature in cotto risiede buona parte del suo irresistibile fascino.
Una lapide ci ricorda che fu fondato nel 1292: lo volle Alberto Scotti, signore locale, per le istituzioni comunali. Da allora è sempre stato il fulcro della vita civile del borgo: dopo l’uso comunale, divenne la sede del podestà; dalla fine del XVI secolo e quasi ininterrottamente fino al 1850 ospitò la pretura, successivamente per un breve periodo accolse la scuola.
Come abbiamo già ricordato, attualmente il pian terreno del Palazzo ospita l’Ufficio Turistico di Castell’Arquato e Val d’Arda e l’Enoteca Comunale.
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